Questo racconto narra di un semplice procedimento burocratico che diventa un'esperienza ricca, internsa: Majra, giovane liceale di origini albanesi, perfettamente integrata in Italia, deve recarsi a Roma, presso l'ambasciata albanese, per rinnovare il suo passaporto. Ad accompagnarla sua sorella, Giulia.
Majra sente il suo essere italiana e il suo essere albanese, come un armonico intreccio di due bandiere che costituisce la sua identità: non vuole rinunciare a nessuna delle due culture, perchè solo insieme costituiscono la sua completezza.
Prima di entrare alzai lo sguardo ed osservai la mia cara bandiera. Quell'aquila nera possente a due teste spiccava nel bel mezzo del rosso vivo dello sfondo. Immediatamente una strana sensazione mi pervase. Un'ondata di calore mi portò alla mia infanzia ed ai miei primi otto anni di vita trascorsi in quel paese. Sentivo quella bandiera appartenermi, ma allo stesso tempo non mi completava del tutto: quella era solo una parte di me, mentre l'altra era occupata dal drappo tricolore italiano.
Entrando nell'ambasciata, però, Majra vive quella sensazione di estraneità, che la fa sentire diversa, e questa diversità la inorgoglisce e la ferisce allo stesso tempo; un'estraneità data dalle condizioni di trascuratezza, di sporcizia dell'edificio in cui si trova l'ambasciata, che mette in contatto la parte più originaria, inconscia della sua anima con quel pregiudizio, sempre strisciante, nei confronti delle comunità straniere.
A quel punto mi infuriai. Perchè persino un'ambasciata straniera era costretta ad andare avanti in quelle condizioni di miseria, mentre invece quella locale doveva nuotare nell'oro sottratto ai poveri cittadini? Non era forse vero che anche i cittadini stranieri pagavano le tasse come tutti gli altri?
Albanese, italiana, entrambe, nè l'una nè l'altra a volte. Non è questione di etichette, ma è l'identità che ci appartiene, è l'identità che la società, gli altri, riconoscono in noi, è la nostra vita quotidiana. E nella vita di Majra questa identità composita si riflette nelle sue esperienze di adolescente, ad esempio la gita scolastica.
Per colpa di quel maledetto passaporto l'anno precedente non ero neanche potuta andare in gita scolastica in Grecia, perchè, per la solita sfortuna che mi contraddistingueva, solo due giorni prima di partire era uscita una nuova legge, la quale non permetteva agli stranieri privi della cittadinanza italiana di viaggiare fuori dall'Italia e dall'Albania, e io rientravo tra quelli. Ricordai la rabbia e le lacrime versate nell'essere stata l'unica della mia classe a non andare a quella dannata escursione.
Alla descrizione dell'episodio si accompagnano delle riflessioni profonde, che rivelano sensibilità e curiosità verso il mondo, e allo stesso tempo introspezione, voglia di far chiarezza dentro se stessa:
Non riuscivo ad essere tanto sciocca ed egoista da credere l'uomo superiore alla natura ed unico artefice del proprio destino, bensì ritenevo ci fosse un ente da qualche parte, su in cielo, dietro un albero o addirittura sotto un sassolino, non era questo l'importante, che però provvedesse a tutto quanto: agli uomini, ai pianeti, a qualsiasi materiale presente nell'universo, alla vita in sè, alla morte, ma anche al principio e al fine ultimo di ogni cosa.
Un linguaggio semplice, un modo di esprimersi sincero e limpido. Se volete leggere il racconto per intero:
http://www.scrivoanchio.it/scrivo2013/Iscrizioni/Allegati/LavoriPubblicati/87.pdf
Inoltre questo racconto partecipa al concorso "Scrivo anch'io", indetto dalla Tholos Editrice e dall'associazione culturale "Associazione28" di Alberobello(Bari), riservato ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Se volete votare Majra Musaraj, eccovi l'indirizzo: http://www.scrivoanchio.it/scrivo2013/iscrizioni/elenco_iscritti_pub_VOTO.asp
Oltre a darle un grande "in bocca al lupo", auguro a Majra di coltivare sempre la sua passione, per poter crescere, migliorare e sviluppare al meglio le sue capacità!
Lo consiglierò a mia sorella, che ama molto questo genere di libri.
RispondiEliminaUn abbraccio a tutte
Una situazione in cui anche noi Italiani ci siamo spesso ritrovato all'estero e senza tutte le cortesie di oggi!
RispondiEliminaE' un racconto interessante, lo leggeremo.
Un saluto dalla savana
ps: togliete per piacere il verificatore di identità sui commenti, è un pò noioso :-)
Anche noi italiani siamo stati degli emigranti, e proprio per questo, forse, dovremmo essere più sensibili alle esigenze degli immigrati.
EliminaComunque, se il racconto vi piace, votate e sostenete questa ragazza così giovane.
Ah, e provvederemo per togliere il verificatore di identità!
Un grande in bocca al lupo alla giovane autrice che promette davvero molto bene :)
RispondiEliminaBuona serata
Xavier
Ciao Xavier!
RispondiEliminaE grazie della visita!
Credo che in questo racconto venga ben espresso il solito vecchio problema: perchè creare tanti disagi e differenze quando basterebbe essere un pò più aperti di mente e anche gentili verso gli altri per far girare meglio il mondo?
RispondiEliminaUn abbraccio
Beatrice
Sì infatti, per questo ho deciso di pubblicare questo racconto. Mi sembrava bello riportare una testimonianza diretta di questo problema. Un abbraccio!
EliminaBè vedo che il blob stá andando ;-)
RispondiEliminadevo leggerlo anch'io questo libro :-D
Tu hai un merito importante! :-)
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