lunedì 5 novembre 2012

Tracce di poesia - John Keats e Fanny Brawne

Ben ritrovati! 
Leggendo questo post vi ritroverete a Wentworth Place, nel 1819. Dopo aver ammirato i vostri obsoleti indumenti, vi guarderete attorno. Smarriti? No, forse un po' nostalgici.
Ebbene, oggi vi voglio trasportare nei meccanismi incantevoli di un amore lungamente invidiato. Invidiato da chi, allora, riteneva inopportuno per un poeta del rango di John Keats immischiarsi in bazzeccole come l'amore, che l'avrebbero sicuramente distolto dalla poesia. Invidiato da chi, oggi, viene affascinato dalle parole che il poeta scrisse alla sua amata Fanny Brawne.
L'amore tra Fanny e John nacque lentamente: il primo fu un incontro fortuito: la signora Brawne, vedova dal 1810, viveva coi suoi tre figli: Fanny, Samuel e Margaret. Nella casa accanto, Charles Brown ospitava il giovane Keats, addolorato per la morte del fratello Tom.
Per tutta la durata della relazione il poeta tentò di dare un nome a ciò che provava: un tumulto? Un brivido? “...io non so come esprimere la mia adorazione per tanta bellezza: voglio una parola più luminosa di luminosa, più bella di bella. Vorrei che fossimo farfalle e vivessimo tre soli giorni d'estate – tre giorni così, con te, sarebbero più colmi di delizie di quante ne potrebbero contenere cinquanta anni di vita ordinaria” scrisse il poeta alla sua amata. E ancora: “Sono avido di te. Non pensare che a me. Non vivere come se io non esistessi. Non dimenticarmi. Ma ho un qualche diritto di dire che mi dimentichi? Forse mi pensi tutto il giorno. Ho un qualche diritto che tu sia infelice per me? Mi perdoneresti simile pretesa, se sapessi con quanta passione desidero che tu mi ami – ora, per amarmi come ti amo io, devi pensare soltanto a me”. Un turbamento? Una malattia? Ecco. Forse una malattia. Il giovane si nutriva di un amore esasperato, ossessivo, geloso.
La forza di quest'amore ci scuote. Sembra chiederci, da quel lontano 1819: può esserci un amore più tremendo? Più tenero? Più indimenticabile? Le mani ci tremano perché reggono qualcosa di prezioso e raro: le epistole che John inviò alla sua "bright star". E quelle che la ragazza scrisse a lui? Non ci sono mai pervenute. 
Quando, infatti, il poeta si trasferì in Italia per far fronte alla sua affezione polmonare emorragica con un clima più vivibile, decise di interrompere la "corrispondenza d'amorosi sensi" (per usare un'espressione leopardiana). Anzi! Ordinò agli amici di distruggere le lettere dell'amata, mentre la ragazza conservò tutte le lettere ricevute. Il silenzio fu straziante. Il saluto che si diedero al postale di Pond Street, prima della partenza di Keats per l'Italia, fu quindi un addio?
Non proprio.
Anche dopo la morte dell'amato, Fanny continuò a ricordarlo e a leggerne i versi pieni di passione. Si rassegnò? Chi può dirlo?
Quello che ci rimane oggi è un pregevole epistolario e una lapide, che recita:

« Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell'acqua”  »

Per chi volesse approfondire la vita di Keats e il romanticissimo soffio vitale di cui sono intrise le sue opere, vi consiglio: 
  • il libro "Bright star. Vita breve di John Keats", di Elido Fazi ed edito da Fazi Editore;
  • l'epistolario "Leggiadra stella. Lettere a Fanny Brawne", edito da Archinto;
  • il film "Bright Star" con la regia di Jane Campion.

Di seguito una delle poesie più belle della letteratura di tutti i tempi: 


Il miraggio dell’amore costante

Oh, fossi come te, lucente stella,
costante – non sospeso in solitario
splendore in alto nella notte, e spiando,
con le palpebre schiuse eternamente
come eremita paziente ed insonne
della natura, le mobili acque
nel loro compito sacerdotale
di pura abluzione intorno ai lidi
umani della terra, o rimirando
la maschera di nuova neve che
sofficemente cadde sopra i monti
e sopra le brughiere,no – ma sempre
costante ed immutabile posare
il capo sul bel seno maturante
del mio amore e sentire eternamente
il suo dolce abbassarsi e sollevarsi,
per sempre desto in una dolce ansia,
sempre udire il suo tenero respiro
e vivere così perennemente -
o svenire altrimenti nella morte.


(John Keats)



Una delle scene del film "Bright Star". Qui Abbie Cornish nelle vesti di Fanny Brawne.

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