venerdì 19 ottobre 2012

Mo Yan, Premio Nobel per la Letteratura 2012

Per il suo realismo magico, che mescola racconti popolari, storia e contemporaneità


Questa è la motivazione per cui Mo Yan, scrittore cinese, è stato insignito del prestigiosissimo premio.

La decisione dell'Accademia Reale Svedese ha sortito perplessità e perfino critiche: Mo Yan, infatti, sarebbe ritenuto uno scrittore sottomesso e servile nei confronti del governo autoritario di Pechino, il che non gli fa guadagnare tutte le simpatie dei lettori occidentali. Infatti, lo scrittore non fa parte dei "dissidenti".
La storia della letteratura è ricchissima di autori balzati agli onori delle cronache per indubbi meriti e talento, ma anche perché dissidenti nei confronti dei governi autoritari dei loro Paesi e per questo spesso costretti all'esilio o alla fuga: Marìa Zambrano, Vladimir Konstantinovič Bukovskij, Aleksandr Solženicyn, Gao Xingjian sono solo alcuni. Mentre il placido e discreto Mo Yan ha ottenuto il più prestigioso tra i premi internazionali per la letteratura facendola in barba anche ad un altro candidato allo stesso Nobel 2012, il dissidente cubano Oscar Elías Biscet.
Lo pseudonimo che lo scrittore cinese si è scelto, in sostituzione del suo vero nome Guan Moye, sembra un messaggio subliminale al riguardo: significa "Colui che non vuole parlare".
Rumors a parte, concentrandoci sui meriti letterari di questo controverso autore, dobbiamo riconoscere di non saperne moltissimo: Mo Yan è stato infatti finora poco conosciuto presso il grande pubblico italiano, anche per via del fatto che alcune sue opere sono tutt'ora inedite nel nostro Paese (ma non dubitiamo che il conferimento del Premio Nobel sarà una spinta potente in tal senso).
Dopo una giovinezza di fatiche e sacrifici, tra lavoro nei campi e vita contadina, Mo Yan ha finalmente intrapreso la carriera letteraria nel 1981, con titoli come "Grande seno, fianchi larghi" (visione sensuale della Cina degli anni '30), "Supplizio del legno di sandalo" e l'ancora inedito in Italia "Rane".
Il più famoso fra i suoi titoli per il momento resta "Sorgo rosso", la cui fama è stata accresciuta dalla realizzazione dell'omonimo film di Zhang Yimou nel 1988.

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