Nella mia libreria mentale questo libro sale al primo posto, in pareggio con La vita è altrove di Milan Kundera. Kundera racconta la formazione e la vita di un poeta, Sforza racconta la poesia, la rivoluzione, l'amore. Non un amore qualsiasi, ma un tipo d'amore di cui il nostro corpo-prigione conserva il ricordo, un amore che contiene in sé un anelito antico, che ti fa torcere le budella. Santiago e Nicolás, fratelli di spirito nella vita e compagni nella lotta, alla vigilia di una battaglia armata si ritrovano, per volere dell'organo direttivo di Sendero Luminoso e in assoluta clandestinità, sotto nomi e identità falsi, in una Parigi meravigliosa, costellata di locali alla moda, bar che profumano di filosofia. Essi si sdoppiano, si allontanano, si dicono addio per poi ritrovarsi nei ricordi e nei rimpianti. Entrambi innamorati, l'uno sceglie di restare a Parigi e di vivere la storia con la donna che ama, l'altro sceglie di partire verso una missione suicida, consapevole di ciò che sta lasciando indietro e alle spalle. Al termine (o all'inizio?) delle proprie vite, entrambi ripenseranno al compagno, rimpiangendo di non aver scelto diversamente. Come un mantra, Scorza presenta più e più volte i versi di una poesia di Rey de Texcoco:
Yo Nezahualcóyotl lo pregunto:
¿Acaso de veras se vive con raíz en la tierra?
Nada es para siempre en la tierra:
Sólo un poco aquí.
Aunque sea de jade se quiebra,
Aunque sea de oro se rompe,
Aunque sea plumaje de quetzal se desgarra.
No para siempre en la tierra:
Sólo un poco aquí.
Io, Nezahualcóyotl, chiedo:
È forse vero che si vive con le radici nella terra?
Non per sempre nella terra:
Soltanto un po' qui,
Seppure sua di giada si spezza,
Seppure sia d'oro di rompe,
Seppure sia di piume di quetzal si lacera.
Non per sempre nella terra:
Soltanto un po' qui.
La danza immobile è un vortice dal quale difficilmente si riesce a liberarsi, dopo aver letto l'ultima pagina. Perché forse Santiago è Nicolás, forse ciò che li divide non è semplicemente una scelta e forse le donne che amano non sono due donne diverse. Essi rappresentano l'amore e la rivoluzione. Ma forse, illustra Scorza con una scrittura pulita ma forbita, l'amore è la rivoluzione. L'uno non può esistere senza l'altra. E quando Santiago abbandona la rivoluzione per l'amore, in realtà sta abbandonando l'amore: in un gioco geniale di specchi, di rimandi, di storie nelle storie, Scorza ci regala un romanzo di vita, ci costringe a porci degli interrogativi sulla nostra condotta, ci fa vivere le nostre vigliaccherie e ci porta, mano nella mano, verso la redenzione. Perché l'amore è la rivoluzione. Perché entrambi esigono il coraggio. Perché la caducità delle nostre vite può essere sconfitta. Se questa vita non ci appartiene perché il fatto stesso di nascere ci rende esseri-per-la-morte, esseri proiettati cioè verso un fine che è anche la fine, qual è la maniera giusta di vivere? Chi è realmente il guerriero? Colui che sceglie l'amore o colui che sceglie la rivoluzione? Entrambe dettate dall'impulsività, queste scelte celano il punto di vista di Scorza. Se l'amore è la rivoluzione, proprio per questo motivo (e non per una differenza formale), chi sceglie la rivoluzione sceglie anche l'amore perché si può amare anche nella memoria. Il contrario è impossibile: chi sceglie l'amore, è costretto a pagare il prezzo della diserzione. Eppure nessuna delle due scelte è veramente sbagliata: il tempo, inesorabile, continua a pulsare come una melodia stonata, mentre le vicende di questi due uomini riaccadono ad ogni capoverso. Come se fossero in una palla di vetro piena di acqua che qualcuno agita.
Un libro irreprensibile, da leggere tutto d'un fiato. Un'incredibile prova di scrittura e di sensibilità.
– E lei crede che le rivoluzioni non tradiscano? – chiese l’editore.
– I rivoluzionari, forse. Le rivoluzioni mai.
– E l’amore non tradisce? – chiese Marie Claire.
Guardai girasoli lontani, vicini, prossimi, assenti. Il destino dei girasoli è di ruotare intorno al sole. Il destino degli uomini è di girare intorno all’amore. Guai al girasole o all’uomo impazzito che si ostinano a girare contro il loro sole! Poveri girasoli ciechi che girano e rigirano intorno al nulla, al non-essere!
– L’amore non tradisce mai; certe donne, sì.
[…]
– Santiago, io sono Marie Claire!
Guardai con rancore la sua bellezza irrimediabile.
– Lei è certamente Marie Claire. Ma io non sono quel Santiago.
Mi alzai. E me ne andai.
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