Ci son mosche su di te
Ma su Gesù neanche una
Ma su Gesù neanche una
Ci son mosche su di me-ee
Ci son mosche su di te-ee
Ma su Gesù neanche... una
Ma su... Ge-sù... neanche... una
No, no!
Cavallo di battaglia di Jou Gould (ubriaco)
mentre si esibisce (ballando)
nella ridda di Joseph Ferdinand Gould
alle feste più esclusive del Greenwich Village,
nonché canzone dell'Esercito della Salvezza
in voga i primi del XX secolo»
Premetto che amerei sbattere in galera (e dare la chiave della cella in pasto a un alligatore) chi scrive certe cavolate (per essere signorile) sulle copertine dei libri. Un esempio? "Lo stagno di fuoco" è un libro (incantevole, incredibile) ambientato quasi esclusivamente nell'Inferno, in un Inferno fantasioso e pazzesco; racconta dell'Apocalisse, di come un pugno di uomini e angeli restino fuori dalla suddivisione buoni-cattivi per motivi misteriosi, e di come i protagonisti si muovano tra dannati ed Eminenze, demoni e Squartatoi alla ricerca di un fine che sia il più lieto possibile.
Dove sta la cavolata, vi chiedete? Sta nel fatto che un maledetto genio ha definito "Lo stagno di fuoco" «il romanzo storico sugli ultimi giorni dell'umanità». Proprio così, storico. Non fantasy, eh! È evidente che un romanzo che tratta di tutte quelle belle cose non sia fantastico ma storico, e magari anche ben documentato. Già. E la cosa più bella è che a scrivere questa corbelleria non è stato un umile blogger come me, o qualche recensore folle o qualche bimbominkia con una cognizione distorta dei generi letterari. Qualcuno ha scritto questa definizione, con manifesta fierezza, sulla copertina de "Lo stagno di fuoco", e la Sperling, che non è certo una casa editrice piccola e sprovveduta, non ha evidentemente avuto niente da ridire. Boh. Lasciamo perdere.Tornando al libro... Anzi, no, voglio sproloquiare ancora un attimo. Sapete cosa si trova in giro? Recensioni in cui si dice peste e corna di questo libro perché, a detta di qualcuno, ha una grave pecca, un difetto inemendabile che dovrebbe coprire Daniele Nadir di onta ed infamia. Sapete quale difetto? Tenetevi forte. Quello di avere troppe pagine. Proprio così, il numero di pagine influisce direttamente, e non incidentalmente, sulla qualità di un romanzo. Non perché lo stile sia pesante, la lettura noiosa, la scrittura prolissa (cose che comunque reputo non vere, ma de gustibus...), ma proprio perché le pagine sono troppe. Tant'è...
Niente da fare, queste recensioni mi fanno ridere troppo. Mi sembra di rivedere la pubblicità della carta igienica, con Dante tutto contento che butta giù l'ultimo verso, «l'Amor che move il sole e l'altre stelle», e Beatrice che commenta: "Bellina codesta commedia, Dante, divina! Ma non sarà un tantino lunga?". Mi viene da chiedermi se questi signori reputino un biglietto da visita letterariamente più degno de "I fratelli Karamazov", vista questa corrispondenza biunivoca tra brevità e qualità.
Non intendo sostenere che "Lo stagno di fuoco" sia un romanzo perfetto e senza macchia, o che sia la punta di diamante della letteratura contemporanea. Eppure, la sua qualità mi sembra evidente. Nadir dà un po' il mal di mare, col suo stile oscillante tra picchi elevatissimi (le descrizioni gustosissime delle nature angeliche e demoniache, i brani aulici e quasi poetici e gli sfarzosi racconti nel racconto) e rarissime eppure presenti "fosse delle Marianne" (mi riferisco in particolare allo stile rapidissimo e quasi elementare delle prime pagine). Parlando di fantasy italiano, dopo aver letto Licia Troisi, Daniele Nadir sembra Calliope in persona. Giuro.
Lo Stagno non si presenta come un libro modesto o dimesso, ma questa sua ambiziosa esuberanza non è da rimproverare all'autore, che sembra decisamente all'altezza dei suoi propositi. Nadir è un mix esplosivo di erudizione (storica e mitologica in primo luogo), una fantasia allucinata, uno stile ricchissimo, un'attenzione maniacale per i dettagli più succulenti, il gusto per le suggestioni epiche, apocalittiche e fantastiche. Condire il tutto con le bellissime illustrazioni di Mattia Ottolini. Infornare per alcune settimane (ho impiegato parecchio a leggerlo, per la sua densità che non è necessariamente e direttamente correlata al numero delle pagine). Si otterrà una lettura capace di impressionare profondamente, colpire con tutto il proprio carattere, stupire per la sua qualità e per il suo essere così diversa dai best-seller del momento. Anche i personaggi (tranne la protagonista, Sara, che è praticamente un'ameba) sono delineati sapientemente. Spiccano su tutti, naturalmente, Joe Gould (il tizio che si esibisce ubriaco ballando e parlando il gabbianese), Giuda (scappato niente meno che dalla bocca di Satana, riportandone brutti ricordi e comprensibili motivi di disagio psichico) e l'Arcangelo Michele (potentissimo ed imperturbabile, insospettatamente virile, una lama di diamante, un guerriero santo e implacabile, dotato di «stronza cavalleria»).
Per farla breve, difficilmente nel panorama italiano riuscirei ad indicare un fantasy più ricco, documentato e letterariamente elevato. Allora, per quale motivo non reputo lo Stagno un romanzo perfetto?
Perché, in parte leggendo con attenzione e in parte facendo riferimento ai nutriti ringraziamenti dell'autore, ci si rende conto di quanto poca sia la farina del suo sacco. Certamente non è stato Nadir ad inventare cerchie angeliche e personaggi religiosi, questo è ovvio e banale. Neanche Dante ha inventato granché da quel punto di vista! No, quello che mi ha onestamente deluso è stato scoprire che da un punto di vista strettamente contenutistico lo Stagno sembra un gigantesco copia-e-incolla.
Il Quirim, il sadico gioco delle tre leve, Nadir lo deve ad un suo amico Federico. La Crociata dei Fanciulli, a quanto dice, è un evento storico attestato da non so chi. Il bombardamento di feci (ehm... leggete e capirete!) durante l'assedio di Nuova Dite è un omaggio al Fabulazzo osceno di Franca Rame e Dario Fo. La leggenda dell'Ebreo Errante, quella di Fenrir che inghiotte la luna e molte altre sono evidentemente attinte dalla tradizione mitologica di diverse culture. Il brano sulla luna verso la fine del romanzo è preso dal Cyrano di Rostand. Ma, ciò che ha demolito il mio entusiasmo più di tutto il resto, è stato scoprire che neanche il protagonista è originale di Nadir, bensì preso in prestito dalla realtà (essendo una persona realmente vissuta) attraverso la meravigliosa mediazione de Il segreto di Joe Gould di Joseph Mitchell.
Considerato che, come ho detto prima, l'originalità è uno dei migliori pregi dello Stagno, capirete la mia delusione (constatato che di originale, alla fin fine, non c'è neanche il protagonista!).
Eppure... Non so. Nutro una specie di amore-odio per questo romanzo. Gli devo delle suggestioni che sono rimaste incise davvero in profondità nella mia fantasia, e se rimprovero qualcosa a Nadir, ho molto altro per cui lodarlo. Lo Stagno è un romanzo davvero controverso. Ho detto (lungamente) la mia ma sento di non avergli reso giustizia, perché ci sarebbe ancora davvero molto da dire. Non mi resta che consigliarne caldamente la lettura. Nel bene e nel male, "Lo stagno di fuoco" è un libro raro e imperdibile.
Non smetterò mai di ringraziare la mia amica Audrey per aver presentato il vostro blog, è bellissimo e per me che amo leggere è utilissimo!
RispondiEliminaBeh, sono d'accordo con te sul fatto che il libro non si può definire "storico": mi sembra di riparlare della "Contessa Nera" che hanno osato definirlo un fanta thriller gotico...
Ma quando mai?!
Un abbraccio a tutte, corro a iscrivermi.
Melinda
ps: se volete fare un salto da me, vi lascio il link del mio blog:
http://melinesante.blogspot.it
Ciao Melinda!
EliminaGrazie molte per aver visitato il nostro blog! :)) Anche noi abbiamo iniziato a seguire il tuo, è piacevole ed interessante!
E...beh, purtroppo le definizioni improprie abbondano... Per fortuna ci restano i blog per sfogarci!
Questa recensione mi ha incuriosito parecchio, comprerò il libro.
RispondiEliminaGrazie per esserti iscritta nel mio blog.
Buona domenica :)
Grazie a te, hai un bellissimo blog! Au revoir!
EliminaCiao ragazze,
RispondiEliminasiamo anche noi un gruppo di blogger amici di Audrey, siamo appassionati di libri e quindi è natural iscriversi qui per seguirvi.
Un saluto dalla savana, passate da noi quando volete!
Jene
Fa piacere scoprire quanti blogger anche molto giovani condividono la nostra stessa passione per la lettura!Grazie a voi per essere passati, ricambieremo ;-)
EliminaBuongiorno ragazze,
RispondiEliminasono Beatrice, nonna di Xavier e lettrice appassionata da tempo immemore.
Audrey mi ha segnalato il vostro post e lo seguirò con piacere.
Se vi interessa vi lascio il mio link (che altrimenti non si trova mai grazie a Google plus: http://ilsognodibeatrice.blogspot.it/
Un abbraccio a tutte e complimenti per vostre recensioni, sono tutte interessanti.